Donzelli e la ‘Teramo triste’, ovvero come suggerire una brutta figura

Il parlamentare della Meloni in visita per presentare i candidati di Fdi, lancia un boomerang sul candidato Antonetti, all’indomani dell’ennesimo sold out di un concerto in piazza e a distanza di anni dal memorabile ‘attacca bastià’

TERAMO – Diteci che è uno scherzo. Diteci che la concomitanza con Teramo Comix all’Università ha fatto confondere l’onorevole Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo e parlamentare di Fratelli d’Italia, il quale forse pensava di essere in quel contesto e di avere preparato il discorso sbagliato.

Perché c’è davvero del comico in quello che abbiamo letto sulla stampa, ormai da tempo goffamente di parte, circa la “tristezza in cui versa la città” cui Donzelli ha fatto riferimento nel suo introdurre l’incontro con i candidati del partito della premier Giorgia Meloni e il candidato sindaco Carlo Antonetti, nella presentazione allo Sporting. Perchè si può essere di parte o no, ma mettere in bocca (perchè non può essere certo farina del suo sacco) a Donzelli una idiozia del genere, il cui esatto contrario è sotto gli occhi di tutti, è davvero credere che i teramani abbiano l’anello al naso. Tanto da risultare un clamoroso autogol, tanto per citare una parola tanto cara a un giornaletto satirico online. Intanto perchè Donzelli ha citato il riferimento a 20 anni fa, quando lui dice di aver frequentato Teramo per motivi personali affettivi: qualcuno non gli ha detto che 20 anni (e fino a 5 anni fa) governava il suo centrodestra, e che la città dal sindaco Chiodi in poi, ha assistito a un progressivo degrado sociale e culturale, fino a vivere il fatidico ‘attacca bastià’ urlato in un Capodanno dell’era Lucantoni (leggi Gatti).

Cioè è vero, e sotto gli occhi di tutti, anche di chi ha riportato nelle sue cronache il recupero di vivacità di questa città negli ultimi 5 anni, che Teramo 20 anni fa non era città triste come lo è diventata nel tempo – fatta eccezione per la Notte Bianca ideata dall’allora assessore Mauro Di Dalmazio e per gli Aperistreet inaugurati dell’assessore Marco Tancredi -. Ma è proprio da quella tristezza in cui è stata ridotta nei 20 anni precedenti che la giunta guidata da Gianguido D’Alberto ha rialzato questa città. D’altronde se Donzelli fosse arrivato 24 ore prima, avrebbe visto piazza Martiri riempita dall’ennesimo sold-out per un concerto e qualche giorno prima ancora la folla alle manifestazioni di Aspettando il Primo maggio, ma solo per citare le più recenti.

Insomma suggerire la ridondante litania scelta come slogan della campagna di Antonetti, sulla ‘città triste’, anche a chi fino all’altroieri forse ancora ricordava Teramo per i suoi trascorsi universitari del vecchio secolo, lo ha fatto esporre a una magra figura: ma forse il centrodestra di oggi non frequenta molto la movida serale, i concerti, il Natale, il Capodanno e le tantissime manifestazioni che hanno caratterizzato l’assessorato di Antonio Filipponi in questo primo quinquennio. Onestà intellettuale imporrebbe quantomeno di sorvolare su questo argomento.

Sarà stato un caso invitare Donzelli all’indomani della visita, sempre al fianco di Antonetti, di Claudio Del Mastro, viceministro alla Giustizia, suo coinquilino di appartamento? Perché basta fare un giro sulle cronache nazionali per leggere dell’outing fatto da Donzelli, che gli ha fatto meritare il soprannome di ‘Minnie’, e della bordata ricevuta da Del Mastro, a cui il direttore Paolo Mieli di Radio 24 ha affibbiato il nomignolo di ‘Topolino’. Ecco perchè forse si è confuso: il contesto migliore per una battuta (infelice) sulla ‘Teramo triste’ era proprio Teramo Comix…